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mercoledì 9 marzo 2016

Insider Report: La situazione interna dei Microsoft Studios e dei first parties


25 febbraio 2016: una data che tutti gli utenti Xbox si ricorderanno, poichè Phil Spencer, a capo del team Xbox, ha snocciolato (malamente) quello che sarà il futuro di uno dei brand più amati (e odiati) nel settore videoludico.

Accantoniamo da parte, per un minuto, la volontà di Microsoft nel predisporre con Windows 10 un ecosistema unico nel cui è possibile condividere giochi, acquisti, applicazioni e quant'altro, anche sulla maltratta Xbox One. Ormai è un dato di fatto che l'unificazione dei formati sia una delle mire principlai del colosso di Redmond e del suo reparto gaming. Non è più una sorpresa adesso e gli annunci di alcuni porting da One a PC (ivi compresi bonus, cross-play e cross-buy) non fanno altro che convalidare questo ambizioso progetto.

Mettiamo anche da parte, per questa volta, la fantasiosa (quanto reale..., lo vedremo in uno speciale dedicato) idea di vedere nel prossimo futuro (2019/2020) una roboante "Xbox Two" dal SoC intercambiabile e upgradabile.

Concentriamoci invecesu un altra data che ha fatto saltare letteralmente i nervi al popolo Xbox: il 7 marzo 2016. I bene informati sapranno già che Microsoft, a sorpresa, ha cancellato lo sviluppo di Fable Legends e ha annunciato la chiusura (termine non corretto, lo vedremo più avanti...) di due team interni, ossia LionHead Studios e Press Play. Parliamo di una software house importante, la prima, e di un piccolo team indie, il secondo.

Anche ieri la "cronaca" ha avuto tinte forti in casa Microsoft, con la chiusura, anch'essa inaspettata, di altri team minori che si stavano dedicando a progetti ancora sconosciuti per Hololens e Kinect, ossia i team SOTA, Team Dakota, Big Park e Good Science (saranno tutti annessi ai Lift London, Hololens). Di questi, completamente sconosciuti, ricordiamo giusto il trezo, Team Dakota, autori del poco fortunato Project Spark, l'editor che consentiva all'utenza Xbox (One e 360) e PC la creazione di alcuni piccoli progetti videoludici attarverso l'utilizzo di un potente editor. Purtroppo Project Spark ha vissuto un periodo di alti e bassi e non ha mai sfondato del tutto, nonostante ad oggi la community sia comunque proficua, numerosa e assai attiva.

Purtroppo come il buon business insegna, quando un progetto non raggiunge i risultati preventivati viene chiuso, spostato o, nella migliore delle ipotesi, modificato.

Chissà che fine farà... dopo questa estate!

Project Spark: Prima le cattive notizia: Team Dakota verrà ristrutturato e si prevedono down-time dei server di Project Spark e alcune funzioni limitate. Tuttavia il progetto rimarrà in piedi per un altro po', nella speranza che prenda il largo e tutte le attività saranno online almeno fino a questa estate. Poi Microsoft prenderà una decisione "finale" se interrompere una qualsivolgia attività o lasciarla immacolata.

Si tratta dunque di un progetto e una software house "minore", non volta a realizzare blockbuster o giochi da tripla "A" e, per un discorso di budget, Microsoft ha dovuto valutare a fondo spese e ricavi, come tutte le buone aziende di questo pianeta.

Si conosceva così poco di questo grazioso progetto... un vero peccato

Project Knoxville: Lo studio danese Press Play, autori dell'ottimo Max and the cursed Brotherhood, non è stato risparmiato. Sebbene rivolti a tempo pieno in questo promettente action MMOG "scelto dagli utenti" attraverso sondaggio, il team ha dimostrato poche idee e uno stato dei lavori non proprio avanzato, vuoi per le piccole dimensioni del team, vuoi per alcuni limiti tecnici. Microsoft non risparmia nessuno e, sempre per un discorso legato al budget, ha deciso di chiudere la saracinesca a Press Play e progetti annessi. Non una grandissima perdita ma comunque una IP in meno da segnare tra le esclusive Microsoft (il gioco sarebbe dovuto uscire su Xbox One e PC), ma evidentemente qualcosa non ha convinto i dirigenti. Chissà se lo vedremo su Kickstarter o, addirittura, mai...

Scotta invece la situazione legata ad un "quasi" pronto Fable Legends, lo spin-off della serie Fable in lavorazione da molto tempo (quattro anni circa) presso la storica LionHead Studios, team britannico che dopo Fable 3 e un Fable per KInect aveva perso un po' di smalto e creatività (soprattutto dopo la dipartita del suo fondatore Peter Moulyneaux).

Nulla è andato perduto, si spostano i lavori solamente su Fable 4

Fable Legends: Il suo stato di "letargo" risale sin dal suo primo annuncio nel 2013 e, nonostante i salti in avanti compiuti nella beta, il progetto sembrava non avere mai fine. Uno sviluppo a rilento, alcune magagne tecniche e un concept che non ha convinto i più, sia giocatori che i dirigenti di Microsoft. Una sorta di stato vegetativo che, nonostante il passaggio dal gioco completo alla formula del free to play non garantiva gli introiti previsti (anche in forma di closed beta, gli acquisti in-game sono stati sporadici e quasi del tutto assenti, mi informano). 

Da qui la scure si è abbattuta su questo che doveva essere invece un titolo dalle enormi potenzialità, grazie alla presenza del cross-play e cross-buy tra Xbox One e PC, e per via di essere il primo titolo a sfruttare la potenza di Unreal Engine 4 con le DirectX 12. Tanti aggiornamenti arrivati, un mondo in continua evoluzione ma, a quanto pare, il traguardo era ancora lontano dall'essere raggiunto. Da qui la tribolata e dura decisione nel chiudere baracca e burattini.

Fable 4? Su Xbox One, ma non in tempi brevi...

Fable 4: Cosa sarà del brand Fable, degli asset di Legends e, cosa ancor più importante, del futuro di LionHead? Microsoft ha le idee molte chiare su tutti e tre i punti (ma non ve lo dirà mai...): Fable è una licenza di Microsoft e tale resterà anche dopo la chiusura imminente degli studios. L'IP rimane in mano ai Microsoft Studios mentre tutto quello che è stato realizzato sul Legends verrà "riciclato" per la lavorazione (già avviata) di Fable 4. 

Il gioco sarà nelle mani di un altro team interno (in collaborazione con Rare) che dovrebbe vedere la luce a breve. In altre parole i Microsoft Studios "ingloberanno" LionHead, redistribuendo le risorse interne da affiancare ad altri progetti. Tale situazione porterà però ad un ritardo nella pubblicazione di Fable 4 (possibile annuncio via trailer all'E3 2016/Gamescom 2016, ma non ci scommetterei più di tanto) mentre l'altra IP su cui stava lavorando LionHead, un action survival noto come Eden Falls, rimane nel congelatore, almeno per ora.

Addio Kinect, è statao bello conoscerti...

Kinect: Mettetevi in testa (se non lo avete già fatto) che Kinect è ormai un lontano ricordo. Un fallimento commerciale e videoludico su cui Microsoft non punterà nemmeno un centesimo, nè ora nè mai (è stato lo stesso con la chiusura anche della divisione Xbox Entertainment, voluta sempre da Spencer per concentrarsi su grosse produzioni videoludiche). 

La conferma arriva dalla chiusura dei team che stavano lavorando (e male) su alcuni giochi social e da salotto, ma con l'arrivo di Spencer e il nuovo focus sugli "hardcore gamers" e giochi "AAA" la periferica è stata vista da sempre come un orpello inutile, da qui la decisione di togliere dal budget questi piccoli team interni che confluiranno sotto una sola software house che però si concentrerà sull'altra creatura di Microsoft: Hololens. Tagli al personale, risparmio garantito, possibilità di reinvestire i soldi in altri progetti. Unica certezza Xbox Fitness, con i dev che si occuperanno di aggiornare l'app per Kinect, comunque molto poplare tra l'utenza Xbox One.


Prima e...
...dopo...

Microsoft Studios: La più grossa ala di Microsoft del reparto "ricerca e sviluppo" per quanto concerne la divisione gaming. Rivoluzione totale con gli Studios che subiranno una grossa espansione (sia di uffici che di personale) in modo tale da controllare da più da vicino tutti i progetti interni più alcune partenrship importanti con gli studi "second e third parties" (Platinum Games, Moon Studios, Playground Games, Reagent Games, Creative Assembly, Iron Galaxy Studios, Remedy ecc.). Molti ex dipendenti di Lionhead finiranno qui dentro, così come quelli di Press Play più nuovi arrivi. La volontà di Spencer è quella di creare una "super software house" che abbia pieno controllo di: attività, licenze, sviluppo, testing. Il nuovo dipartimento "Microsoft Studios Global Publishing" servirà proprio per le attività verso "gli esterni", occupandosi principalmente di lavorare a stretto contatto con i team non sotto di Microsoft.

Rimarranno legati ai Microsoft Studios, con discreta indipendenza manageriale e decisionale, solamente i "big" 343 Industries, Turn 10, The Coalition, Rare, Mojang, Lift London e ID@Xbox (il ramo che cura tutte le attività legate agli indie game e piccoli team di sviluppo).

Tale ristrutturazione interna servirà anche per riorganizzare idee e progetti legati all'ecosistema Windows 10, ripartendo proprio dal connubio "cross-play e cross-buy" e velocizzare il cosiddetto Windows Universal Platform, sia con app e sia con videogiochi mirati. Non a caso giugno sarà il mese in cui su Xbox One arriveranno le app (e giochi) universali attraverso Windows Store. Killer Instinct, per intenderci, sarà il primo titolo completamente "univesale" attraverso la Season 3, che si fonderà pienamento tra i due sistemi Xbox One e Windows 10 grazie all'inclusione di cross-play e cross-buy. Il progetto è ormai una certezza e il gioco apprezzatissimo dagli utenti Xbox e PC.

Microsoft punta molto forte su altri due titoli dell'ecosistema unico, ossia Sea of Thieves di Rare e Halo Wars 2 di Creative Assembly. 

Un dato importante: anno dopo anno aumentano le esclusive console per Xbox One

Esclusive: Nonostante la convergenza dei sue sistemi simbolo di Microsoft, e dunque l'arrivo di IP esclusive Xbox One su PC e viceversa, il boss di Xbox ha riferito comunque che non tutti i principlai brand "Xbox" arriveranno in forma completa su WIndows 10. Un esempio è Forza Motorsport 6 APEX, una sorta di demo per PC che poco ha a che vedere con il titolo completo per One. Poche vetture, pochi tracciati, assenza di online, microtransazioni e free to play. Rimarranno intatti giusto grafica e fisica. 

Per quanto concerne altri titoli importanti come Gears 4, Crackdown 3, Scalebound, ReCore, Forza Horizon 3 non si sa ancora molto nè quali giochi arriveranno anche su PC, ad eccezione di prossimi Forza (Horizon 3 incluso) che, come già detto da Turn 10, saranno sviluppati in parallelo su One e PC. La situazione è tuttavia fumosa e a quanto mi dicono le enormi lamentele dei fan di Xbox One verso il trattamento delle esclusive (e il pagamento del Live...) ha fatto fare un piccolo passo indietro a Microsoft e Spencer, con la volontà di tenere su console i brand "storici". Bisognerà vedere in che modo però e se tale politica sarà seguita in toto o in piccolissima parte (la saga Halo solo su One...).

Molto dipenderà comunque dal solito discorso legato alle vendite e "considerato Quantum Break come un enorme rischio finanziario" è facile capire perchè Microsoft abbia deciso di portarlo anche su PC. La storia si ripete amici miei e ancora scottano gli "insuccessi" di Ryse: Son of Rome o Sunset Overdrive (costati caro al colosso di Redmond) che hanno mancato il traguardo imposto, quel minimo che ti garantisce quantomeno un ritorno delle spese effettuate, tra investimento per lo sviluppo dei giochi, campagna promozionale e marketing, distribuzione, localizzazione e quant'altro.

Alcuni dei progetti molto cari a Microsoft, ben tre IP inedite, una scommessa per tutti!

Ecco perchè i Microsoft Studios sono in espansione: evitare di affidare a team esterni IP importanti o comunque "promottenti" e farsi tutto in casa. Costa meno e, a quanto pare, ci sono arrivati anche loro finalmente.

Nuove IP: Non è e nè sarà una sorpresa che Microsoft, dopo l'ennesimo terremoto mediatico e di mala comunicazione, tenterà di rimettere le cose a poste annunciando nuovi giochi durante il periodo estivo tra E3 2016 e Gamesom 2016. Lo ha promesso Spencer, il dirigente Xbox, che ha anche calmato le acquee dicendo che Xbox One e il brand in generale sono comunque in ottime mani e che il futuro è tutt'altro che incerto. Ne siamo sicuri, ma bisognerebbe dire a Spencer e compagni di essere anche più tempestivi e precisi nelle risposte, altrimenti ci ritroviamo nelle brutte situazioni di recuperare terreno e fiducia coi clienti, smentire articoli che parlano di Xbox One upgradabile, la morte di Xbox One, l'"uccisione" dei tema interni della "solita Microsoft" e quan'altro. Basterebbe davvero poco per rendere più cristallina la situazione, ma ancora una volta i geniacci di Redmond sembrano preferire l'harakiri piuttosto che una giusta comunicazione fatta di più certezze che dubbi.

Tuttavia sarà una estate molto calda, per i videogiocatori Xbox, molte sorprese in arrivo, nuovi titoli da svelare.... ma ne riparleremo in un'altra occasione.

X-Rays

venerdì 4 marzo 2016

Out of Control: Microsoft e la teoria del tutto e del niente, quale futuro per Xbox?


Dopo un paio di mesi di inattività sul blog, vuoi per cause di forze maggiori vuoi per mancanza di tematiche e leak interessanti, ho deciso di fare un po' di chiarezza su quello che sta accadendo ad Xbox, Microsoft e Windows 10.

Come ho più volte sostenuto, le esclusive sono di vitale importanza per una console e ne possono decretare tanto il successo quanto il fallimento. Il mercato videoludico tuttavia è in una fase piuttosto critica: poche le idee, molti i proclami, tanta la confusione. Ogni azienda cerca di seguire il trend del momento, adagiandosi magari anche su quanto di buono fatto fin'ora, chi invece tenta un approccio diverso cercando di cambiare le carte in tavola.

Se da una parte abbiamo le major tutte intente a lanciarsi nel pericoloso mercato della Realtà Virtuale (Facebook con Oculus, HTC e Valve con ViVe, Sony con PlayStation VR e così via), ancora tutto da decifrare, Microsoft ha pensato bene di investire in modo leggermente diverso puntando su Hololens, ergo la Realtà Aumentata. Anche in questo caso non sappiamo ancora se il dispositivo sarà un flop o un successo commerciale, anche perchè la casa di Redmond punta a nuovi mercati "non mainstream", ossia mercati specializzati, non dediti all'intrattenimento quanto piuttosto alla ricerca e sviluppo (da qui parnetship importanti con NASA ecc.). Microsoft insomma, per quanto concerne la Realtà Virtuale/Aumentata ci vuole andare coi piedi di piombo, anche perchè non vuole ripetere i disastro di Kinect su Xbox One.

L'azienda fondata da Bill Gates invece, ha una visione globale ben delineata circa il segmento del gaming, sfruttando il neoarrivato Windows 10 come "ariete" di sfondamento. Cosa intendo? Windows 10 al centro del videogioco e del videogiocatore, una piattaforma snella, scalare, uniforme, che si adatta su PC, console, smartphone e tablet. In parole povere un ecosistema incentrato principalmente sul nuovo sistema operativo, fulcro di ogni cosa, con le ramificazione rivolte ai vari prodotti targati Microsoft.


Ritroviamo così una decentralizzazione di Xbox, che da sistema di gioco centrale diventa una "periferica" come qualunque altro dispositivo. La morte di Xbox come oggi la intendiamo, ma non una morte filosofica, platonica (le idee rimangono per sempre nell'Iperuranio...) bensì "fisica".

Microsoft non vuole creare guerre intestine nè farsi concorrenza da sola, vuole evitare di avere figli e figliastri in casa. Perchè devo prediligere un formato piuttosto che un altro, quando comunque sono prodotti derivanti dallo stesso brand? Questo si sarà chiesto Satya Nadella, il nuovo boss di Microsoft e questo si saranno domandati i vari "capoccia" delle divisioni gaming. Hanno aperto gli occhi e hanno visto che quel mercato che li ha lanciati, sì quello PC, è anche quel mercato che per anni hanno snobbato in favore della nuova (ai tempi) creatura DirectXbox, meglio conosciuta come Xbox, la console che per anni si è insediata nella corsa a due tra "Sony e Nintendo". Dopo il fallimento di Windows Vista e, in parte di Windows 8, senza scomodare il flop annunciato dei Games for Windows, i geniacci di Redmond hanno visto in Xbox la rinascita del mercato personal computer.

Con l'avvento di Windows 10 e le vendite poco entusiasmanti di Xbox One rispetto alla diretta rivale PS4, Microsoft ha stravolto i piani in corsa anticipando quelle che saranno le mosse venture: basta sistemi indipendenti, basta frammentazione del mercato, la parola d'ordine è omogeneità, ecosistema unico, più possibilità di scelta tenendo a mente però il concetto di continuità.

Ed ecco quello che non ti aspetti (o meglio, si chiudevano occhi e orecchie perchè tutti noi già sapevamo cosa stava accadendo, nostro malgrado): una piattaforma per tutti.


Il problema è che tutto ciò sarebbe dovuto accadere più avanti, e non ora, ma il gap con Sony, con Steam e con il mondo videoludico in generale hanno evidentemente portato un po' di alta marea in quel di Redmond. Inoltre, e non dobbiamo mai scordarlo, Xbox One non è nata sotto una stella fortunata: mala comunciazione, mosse poco azzeccate, dietrofront e cambi di posizioni maturati anche a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro hanno messo in ginocchio l'intera divisione gaming, coi media che hanno cavalcato l'onda emozionale dell'insicurezza di Microsoft (e della sua creatura multimediale) realizzando spesso e volentieri articoli confusionari e discretamente faziosi gettando ancor di più nel panico il povero fan Xbox.

Cosa ne è emerso? Quello che tutti noi oggi conosciamo, con Xbox One che arranca in ogni dove perchè ormai etichettata dai vari IGN, Gamespot, Edge, Kotaku e compagnia bella come una non console di una non meglio specificata natura, con PS4 che invece fa la parte del leone.

A poco sono serviti spettacolari conferenze (E3 su tutti) e una miriade di (ex)esclusive che, anno dopo anno, hanno impreziosito la line-up di One: ormai il destini era segnato e a poco sono serviti autentici capolavori come Forza Horizon 2, Sunset Overdrive, Ryse: Son of Rome, Titanfall, Ori and the Blind Forest, Halo 5: Guardians, Killer Instinct, Forza Motorsport 6 per cambiare le sorti di One: dall'altra parte Sony con la sua PS4, una politica di marketing aggressiva e una manciata di giochi appena sopra la sufficienza era ormai inarrestabile. Poche esclusive, tanti problemi (Driveclub e The Order 1886, ve li ricordate?), tante promesse, eppure PS4 grazie alla spinta dei media vendeva, e vende tantissimo anche oggi. Non che le esclusive di Xbox One siano andate male, anzi, ma non hanno avuto l'effetto traino tanto sperato.


Se le più importanti esclusive non hanno potuto nulla contro il muro di fango e le preferenze dei videogiocatori (e hanno infierito in questo senso anche i vari Digital Foundry con analisi farlocche e di parte, facendo uscire ad ogni articolo come netta supremazia tecnica la "mirabolante" PS4...), in Microsoft si sono dovuti fare comunque due conti: già i conti, ed è questo che muove un'azienda, soprattutto se una multinazionale che ha più rami di interesse. I conti non tornavano, gli investimenti fatti, anche per rimediare al pasticcio mediatico della presentazione di One, non hanno cambiato il trend e hanno suscitato più di una domanda nel quartier generale di Redmond: "così non si va da nessuna parte", si saranno domandati. Da qui, ricorderete, anche i rumor circa la vendita del marchio Xbox a chissà quale azienda, la chiusura dells tessa divisione per volontà divina e altre dicerie che abbiamo letto in giro. No, Xbox è fondamentale per il business di Microsoft, ma va visto nella sua interezza adesso e non più come un mercato di "nicchia" come quello delle console. Microsoft è principalmente una software house, e più utenti utilizzano i suoi software e più i ricavati vanno verso l'alto. E poi c'è appunto il PC... quel dispositivo (quasi) rinnegato proprio con l'avvento di Xbox.

Microsoft ha dalla sua anche alcuni dei più talentuosi team interni dediti ai videogiochi, cui svettano i Microsoft Studios. E perchè non allargare il discorso quindi ad un solo ecosistema? Detto fatto, volenti o nolenti, la nuova strategia di Redmond è proprio questa: raggiungere il più alto numero di videogiocatori, inq ualunque modo, sia esso con Xbox, sia esso con PC, tablet o smartphone che sia. "Noi buttiamo giù i muri" tuonava poche settimane fa Phil Spencer su Twitter, "la nostra strategia è quella di portare i nostri videogiochi ad un pubblico sempre più esteso", e Windows 10 ha fatto (e farà) la parte del Cavallo di Troia.

Tutte le esclusive per Xbox One saranno da oggi "esclusiva Xbox", ossia tutti titoli che arriveranno nel doppio formato Xbox One e Windows 10. Dannazione, il core di One adesso è proprio Windows 10! Possibile quindi preferire, da parte di Microsoft, un sistema piuttosto che un altro? No, non era più possibile e, per i motivi indicati sopra, un'accelerazione per rendere l'ecosistema unica realtà. Badate bene che i primi segni del cambiamento stavano avvenendo già dopo il primo anno di Xbox One, dopo gli annunci delle controparti PC di titoli come Ryse: Son of Rome (titolo che ha venduto pochissimo su console e che ha quasi decretato la fine di Crytek) e Dead Rising 3: era un modo, per Microsoft che ha investito soldi per la realizzazione di questi giochi, di rientrare degli investimenti fatti ed evitare (possibili) perdite. 

Giochi come Halo 5: Guardians o Forza Motorsport 6, andati benissimo al lancio superando il milione di copie vendute ad oggi, non sono però stati dei toccasana per l'hardware di One, che è stata dietro per l'ennesima volta a PS4: altro motivo che ha spinto Microsoft a portare altre esclusive lato Windows 10. Il resto è storia recente e, dagli ultimi leak, sono in arrivo anche ReCore, Scalebound e Gears of War nel doppio formato One-Win10, cui si aggiungono i prossimi capitoli della serie Forza, già confermati da Turn10.


E qui si aprono interessanti scenari, primo fra tutti l'unificazione di sistemi: i tanto agognati (e discussi) cross-play e cross-buy, ossia un acquisto singolo del videogioco per giocarlo su più dispositivi e, cosa più allettante, giocare online indifferentemente che il videogame giri su console o PC. Di tentativi in passato sono già stati fatti, proprio tra PC e Xbox 360, ma i risultati, anche per via di limitazioni del network Xbox Live di allora, non sono stati entusiasmanti (vi cito ad esempio il poco fortunato Shadowrun).

I tempi però cambiano, come dicevo in apertura, le tecnologie si migliorano e, forse, ora i tempi sono maturi per riproporre il sogno di ogni videogiocatore: non a caso Killer Instinct sarà tanto cross-play quanto cross-buy, stesso discorso per Fable Legends (entrambi di natura free to play, ma le espansioni acquistate saranno comunque disponibili per tutti e due i formati anche attraverso un solo acquisto), sicuramente Halo Wars 2 o i bonus pre-order di Quantum Break (lo preordinate su One e riceverete gratuitamente anche la chiave per l'edizione PC) che permetterà però anche il cross-save (salavatggio condiviso tra One e PC, così che un giocatore possa proseguire l'avventura di Remedy da un dispositivo ad un altro senza intoppi).

In sintesi: aspettiamoci che l'intero catalogo di Xbox One arrivi prima o poi su Windows 10 e, di converso, molte esclusive PC facciano la loro apparizione sulla console: ciò verrà agevolato da altre due caratteristiche intrinseche contenute in Win10 (e direttamente anche su One): app universali, API condivise (DirectX 12), tool di sviluppo unificati. Due mondi che convergono, una volta tanto lontani, adesso tanto vicini: PC che assomigliano sempre più alle console e console che assomigliano sempre più ai PC. E Microsoft ha tutte le cxarte in regola per dare linfa vitale ad un mercato ristagnante, e lo potrà fare proprio grazie alla nuova visione dell'ecosistema unico, che porta il nome di Windows 10.


Detto questo, quale sarà il futuro di Xbox? Come ogni buon cambiamento che si rispetti, vi sono sia lati positivi che negativi. Partiamo da quelli negativi, il terrore degli hardcore gamer e dei fanboy più sfegatati: la perdita di esclusive. Si avete letto bene. Xbox non avrà, nel lungo e breve termine, nessuna esclusiva di punta, perchè i vari Forza, Gears, Halo e compagnia bella, arriveranno bene o male su Win10. Da qui la domanda "e adesso cosa me ne faccio di One se posso avere tutto anche su PC?"

Domanda da un milione di dollari che trova nelle risposte più scontate una valida crocevia: praticità, immediatezza, si gioca a tutto e subito senza particolari problemi (configurazioni hardware, driver e software), si gioca avendo il gioco che sfrutta più o meno a dovere l'hardware (impossibile trovare su console, anche oggi, titoli ingiocabili), la console è possibile collegarla senza troppi sforzi dove si desidera, il costo di una console al pari di una configurazione similare o equivalante su PC costa nettamente meno.

E badate bene che chi vi dice "io col mio PC da 400 euro ho risultati anche migliori di One" dice una di quelle castronerie epocali: guardatevi le specifiche tecniche "minime" (che equivalgono al "il gioco si avvia, ma poi non sappiamo cosa accade...") e quelle "consigliate "che equivalgono al "il gioco si avvia, ma gira così-così") per rendervi conto che per giocare a 1080p e 30 frame per secondo a Gears of War: Ultimate, Forza Motorsport 6 APEX, Rise of the Tomb Raider, Fable Legends e Quantum Break servono più del triplo dei decantati 400 euro. Stessa configurazione grafica su One per poco meno di 400 euro invece.

La perdita di esclusive, punto dolente di questo passaggio al formato unico, porta con sè, paradossalmente, anche più giochi su Xbox One, come ha confermato anche Phil Spencer: è una mera questione di freddi numeri poichè un gioco che esce su più dispositivi Windows, più è probabile che le copie vendute siano elevate rispetto ad una esclusiva che esce per un solo formato. Moltiplicando le vendite, siano esse su One o PC, Microsoft può, grazie agli introiti, potenziare i team first party e, di converso, offrire alla propria utenza più giochi tripla A e produzioni minori. 

Potrebbero non verificarsi più casi come Ryse: Son of Rome, le cui scarse vendite non hanno fatto altro che accantonare il progetto del sequel (i lavori erano quasi iniziati, prima del tracollo di Crytek con Microsoft che aveva deciso di bloccare tutto), con la possibilità più concreta di far continuare le varie serie. Prendiamo anche Sunset Overdrive, altra IP esclusiva Xbox One che non ha purtroppo spiccato il volo: Microsoft aveva dato luce verde a Insomniac Games per il secondo episodio, ma anche qui si parla di un investimento che la casa di Redmond ha voluto temporaneamente bloccare in attesa di tempi migliori: magari con una versione PC e quindi più vendite a quest'ora staremmo già parlando di Sunset Overdrive 2 in via ufficiale (chissà... magari Microsoft lo annuncerà all'E3 2016 nel doppio formato One-Win10).


Il distaccarsi quindi dal mero "pezzo di plastica" che è Xbox e vedere il brand in una ottica diversa, più estesa e globale, non può che far bene all'intera divisione e a tutti i videogiocatori, desiderosi di vedere prodotte le migliori saghe videoludiche.

Spencer ha ragione quando dice che Windows 10 è un bene anche e soprattutto per Xbox One: la realizzazione di titoli come Halo Wars 2, il prossimo Alan Wake e, con molta probabilità anche Quantum Break, non avrebbero mai visto la luce se fossero usciti unicamente su One. Mettendo da parte un po' l'amore viscerale di un fan che tiene in particolare ad un brand (me compreso), tal volta bisogna giungere a compromessi per far si che questo non degeneri e muoia prematuramente. Alla fin fine i videogiocatori giocano ai videogames, non alle console, ed è per questo motivo che, almeno credo, bisogna allargare i propri orizzonti mentali, mettere da parte per un momento l'aspetto da tifoso da stadio e concentrarsi più sull'aspetto videoludico.

Certamente se Xbox One avesse venduto di più e Microsoft non avesse fatto tutti questi errori di comunicazione, molto probabilmente tal processo di unificazione sarebbe stato molto più lento, ma non esistono leggi di mercato precise se non quelle legate ai soldi, soprattutto in quello videoludico dove le cose cambiano in fretta e, un fallimento di una sola IP, ha ripercussione catastrofiche (guardate ad esempio The Order: 1886 e la fine dei Ready at Dawn o quella di Evolution dopo il lancio di Driveclub, se vogliamo vedere anche alla concorrenza).

Tutto ciò sarebbe accolto positivamente dai videogiocatori e in particolar modo dai fan di Xbox se Microsoft mettesse tutto nero su bianco, facesse in primis chiarezza direttamente lei sulle nuove visioni del futuro e i programmi imminenti. Basterebbe davvero poco per cambiare volto, e in bene, a questa generazione di console che, mai come ora, è stata così "sanguinosa" e mediaticamente scorretta.

I vari Phil Spencer, Greenberg, Nelson e chi per loro, dovrebbero annunciare pubblicamente tutte queste cose, senza nascondersi in stralci di interviste, mezzi annunci, dichiarazioni superficiali e ritrattazioni che lasciano l'utente con più dubbi che certezze.

Basterebbe un comunicato stampa, da far pubblicare a tutti i principali siti, un articolo sulel pagine ufficiali di Microsoft per chiarire una volta per tutte quale sia la direzione videoludica intrapresa dal gruppo.

Purtroppo anche il 25 febbraio scorso è accaduto tutto e l'opposto del tutto, una confusione mediatica che non fa che peggiorare le cose dal punto di vista della comunicazione e, a rimetterci, è unicamente Xbox e i suoi fan. Tutte gli pesudo annunci, pensieri e idee che Spencer ha confessato durante l'evento a porte chiuse, sono state un fulmine a ciel sereno: e l'effetto è stato quello (non voluto) di generare altri quesiti, altre domande sul futuro di Xbox.


E questo l'utenza Xbox non lo merita affatto, dato che ha dovuto ingoiare già troppi rospi tra ripensamenti, esclusive perse (senza saperne il motivo, ad oggi), Kinect si e Kinect no, Live da pagare su Xbox e Live gratuito su PC, console modulare e chi più ne ha più ne metta. Basterebbe maggior tatto, maggiore comunicazione "sincera" da parte di Microsoft e il Team Xbox per far coesistere, serenamente, i due "mondi" console e PC, mai così lontani, mai così vicini come ora. 

La confusione che vige in Redmond è tanta, quantomeno dal punto di vista mediatico, poichè i piani per il futuro sono invece interessantissimi e aprono a nuovi orizzonti mai visti prima. Basterebbe solo comunicarli nel modo corretto, presentando slide e filmati piuttosto che interviste dubbie e tweet che lasciano il tempo che trovano.

Quale futuro avrà Xbox dunque? Lo scopriremo la settimana prossima, tra abbonamenti da pagare, console con add-on hardware e la visione pioneristica di Microsoft verso il brand Xbox.

Xbox è morta.... Evviva Xbox!!! 

X-Rays